Emission trading: nuovi piani di monitoraggio “opt-out” da inoltrare entro il 30 settembre

Dal 1 gennaio 2013 è iniziato il terzo periodo di scambio delle quote di emissioni di gas serra. L’Italia ha recepito le novità apportate al sistema dalla direttiva europea 2009/29/CE con il D.lgs. 13 Marzo 2013, n.30 (che abroga il previgente D.lgs. 216/2006), che prevede, tra l’altro, procedure semplificate per i piccoli emettitori (c.d. “opt-out”) che hanno richiesto l’esclusione dal sistema.

Con la Delibera 16/2013 l’Autorità Nazionale Competente ha recentemente approvato la lista dei 166 impianti piccoli emettitori e le relative emissioni annue consentite, definendo anche i nuovi obblighi e le procedure a cui adempiere. Tra queste, è richiesto di redigere e inoltrare il Piano di Monitoraggio, nel nuovo format appositamente predisposto, entro il 30 Settembre 2013.


Emission Trading: l’Europa prevede l’inclusione del settore marittimo dal 1° luglio 2015

Il 28 Giugno 2013, la Commissione Europea ha pubblicato la proposta di regolamentazione concernente il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni di anidride carbonica generate dal trasporto marittimo. La proposta COM(2013) 480 è stata elaborata in seguito ad una consultazione pubblica avvenuta nel 2010 (SWD(2013) 237 final), che ha visto la partecipazione dei maggiori stakeholder, tra aziende private, gestori dei porti, armatori, autorità pubbliche regionali e nazionali europee e ONG.

Tale documento prevede che i principali trasporti merci in arrivo o in partenza dai porti sotto la giurisdizione degli Stati Membri rientrino – dal 1° Luglio 2015 – nel sistema europeo di monitoraggio delle emissioni.

Attualmente sono inclusi nell’emission trading i settori industriali maggiormente energivori e il trasporto aereo. L’estensione del sistema al settore marittimo amplierebbe notevolmente il monitoraggio e la verifica delle emissioni climalteranti.


Articolo su Qualenergia

E’ stato pubblicato oggi su Qualenergia un articolo a firma Mauro Roglieri e Iris Visentin che descrive la situazione ad oggi in Italia dell’utilizzo dei sistemi volontari di rating degli edifici, in particolare del sistema LEED e GBC Italia, e di come questi possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti dalle Direttive Europee.

Leggi l’articolo: http://www.qualenergia.it/articoli/20130520-green-building-council-il-rating-edificio


Recepita la Direttiva 2009/29/CE

Con Decreto Legislativo n.30 del 13 marzo 2013, l’Italia ha finalmente recepito la Direttiva 2009/29/CE, che modifica il sistema di scambio delle quote di emissione ‘Emissions Trading’, mandando in pensione (abrogato) il Decreto 4 aprile 2006, n. 216.

Un atto dovuto che era atteso da tempo. L’articolo 2 precisa in modo più chiaro, ad esempio, il campo di applicazione, dando una regola precisa per l’inclusione o esclusione dei termovalorizzatori nello schema.

Il Capo III (art. da 5 a 11) è dedicato al settore aereo, il Capo IV (art. da 12 a ) agli impianti fissi.

Al GSE il ruolo di predisporre e gestire le Aste dei titoli di emissione. Gli articoli 6 e 19 definiscono per i settori aereo e degli impianti fissi l’indirizzamento dei fondi così raccolti.

La normativa riflette i cambiamenti al sistema già in parte recepiti e ‘assodati’ con le deliberazioni sulle assegnazioni 2013-2020 e relative linee guida. Non ci sono particolari novità per il funzionamento del meccanismo ETS, meccanismo che comunque sta vivendo un periodo difficile, complici la congiuntura economica e le difficoltà intrinseche di attuare tecnicamente il sistema di scambio delle quote in maniera armonizzata e coerente con le complesse dinamiche del commercio internazionale.


Le due settimane di DOHA

E’ inziata il 26 novembre e si concluderà il 7 dicembre, la COP18, 18ma conferenza dei 195 Paesi membri della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC.int).

Dal 1992, anno della Conferenza sulla Terra di Rio de Janeiro, i Paesi del mondo hanno deciso di siglare un trattato internazionale, l’UNFCCC, per studiare insieme cosa fare per limitare l’aumento medio della temperatura globale, e i cambiamenti climatici che ne derivano, e per mettere in atto misure di adattamento alle inevitabili conseguenze. La convenzione è entrata in vigore il 21 marzo del 1994.

Durante la terza conferenza delle parti (COP) dell’UNFCCC, la COP3, tenutasi a Kyoto nel 1997, i Paesi hanno adottato il Protocollo di Kyoto, un patto vincolante che obbliga i Paesi più sviluppati a degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Il primo periodo di applicazione del protocollo è iniziato nel 2008, e terminerà proprio quest’anno, al 31 dicembre 2012.

Alla COP17, tenutasi a Durban nel 2011, i Governi dei Paesi che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, hanno deciso l’avvio di un secondo periodo di applicazione del Protocollo, dal 2013 in avanti, che potrà durare 5 oppure 8 anni.

Durante queste due settimane a DOHA, sono tre i lavori principali che dovranno essere portati avanti:

Protocollo di Kyoto. Nonostante la decisione di Durban di avviare una seconda fase del protocollo, basato su un meccanismo di mercato che consente di negoziare le emissioni, molti ostacoli continuano a limitarne l’efficacia, come ad esempio il fatto che US e Canada si sono sfilati dalla seconda fase, o per il fatto che i Paesi in via di sviluppo non paiono favorevoli a vederlo come un meccanismo che li conduca efficacemente alla riduzione delle loro (tante) emissioni, garantendo la crescita economica che li porti a un livello di reddito pro-capite assimilabile a quello dei Paesi più sviluppati.

Long term Cooperative Action (LCA), una discussione avviata a Bali nel 2007, alla ricerca di nuove modalità di cooperazione a lungo termine, che ha generato idee come il Green Climate Fund, o il Nationally Appropriate Mitigation Action (NAMA), oppure il New Market Mechanism (NMM) e più recentemente il Framework for Various Approaches (FVA). Tanti acronimi ma nulla di realmente ‘fattibile’ singolarmente, tant’è che l’attesa per DOHA è che queste iniziative vengano, se non archiviate, declassate ad approfondimenti tecnici.

Infine, quella che forse è la discussione più attesa a DOHA, ovvero la Durban Platform for Enhanced Action (e la relativa discussione ‘Ad hoc Working Group on Durban Platform for Enhanced Action’, ADP). La piattaforma è un accordo, non vincolante, che ogni Paese, indistintamente dalle sue condizioni di sviluppo economico, dichiari un obiettivo di riduzione delle emissioni. Nonostante, a differenza del Protocollo di Kyoto, non vi siano appunto obblighi e sanzioni, la piattaforma di Durban supera il concetto di ‘trattamento differenziato’ per Paesi più o meno sviluppati, e questo è di per sè un grande passo avanti. I tempi previsti, purtroppo, sono di raggiungere un accordo su queste basi entro il 2015, e ratificarlo entro il 2020. Questi tempi non sembrano compatibili con l’obiettivo di contenere il surriscaldamento globale entro i 2°C, come ripetutamente hanno fatto notare in diversi studi l’International Energy Agency, la World Bank, PWC e altri.

Riassumendo, i risultati minimi della conferenza di DOHA, dovrebbero essere:

  • consolidare la decisione di portare a chiusura e compimento il protocollo di Kyoto al 2020
  • terminare la discussione sull’LCA, spostandone le migliori componenti (Il Green Carbon Fund e il Technology Executive Committee) all’interno dell’ADP
  • definire un programma di lavoro chiaro per l’ADP, avendo come priorità la definizione di un nuovo impegno globale con l’ausilio di un mercato globale del carbonio

Il tutto in sole due settimane. Sicuramente i circa 10.000 delegati dei 195 Paesi non avranno di che annoiarsi.

Fonti: unfccc.int “DOHA Climate Change Conference”, David Hone “Expectations for COP18 in DOHA”, Carlo Carraro “AAA cercasi nuova architettura politica per il clima”.

 

 

 


Nuovi piani di monitoraggio per gli impianti ETS (2013-2020)

Il Comitato Nazionale per l’Attuazione della Direttiva Emission Trading ha pubblicato oggi la delibera 27/2012, che sancisce l’obbligo per i gestori degli impianti EU-ETS operanti in Italia, di predisporre entro il 31 gennaio 2013 i piani di monitoraggio delle emissioni 2013-2020 secondo i formati armonizzati dell’Unione Europea, disponibili alla relativa pagina web.

Ancora qualche giorno di incertezza per gli impianti ‘opt-out’, di cui all’allegato 3 della deliberazione 20/2012, ancora in attesa dell’ok dalla Commissione per la loro ‘esclusione’ dalle obbligazioni standard.

Fino al 31 dicembre 2012 il monitoraggio delle emissioni prosegue comunque secondo le specifiche della delibera 14/2009 come modificata dalla 14/2010.

 


Nuove procedure ETS terza fase

La Commissione europea ha adottato durante l’estate i nuovi regolamenti per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e per la verifica e accreditamento dei verificatori nell’ambito del sistema europeo di scambio di emissioni di anidride carbonica (Emissions Trading). I nuovi regolamenti si applicano al terzo periodo di attuazione del sistema, da gennaio 2013.

In Italia, l’Autorità Nazionale Competente ha approvto, dopo il periodo di consultazione, l’elenco degli impianti che ricadono nel campo di applicazione della Direttiva Emissions Trading, comprensivo delle quote preliminari assegnate a titolo gratuito (soggette a revisione da parte della Commissione Europea).

Ai gestori degli impianti ricadenti nel sistema sarà richiesta quindi, in questi ultimi mesi, la presentazione di documentazione integrativa per l’allineamento della gestione del terzo periodo ai nuovi regolamenti.


Politiche verdi come fattore di sviluppo per l’Italia

Il sito del Ministero dell’Ambiente ha pubblicato la settimana scorsa il contributo del Ministro Clini al piano di sviluppo in fase di discussione al Governo.

Interessante notare l’ammissione di responsabilità (dovuta a conflitti di competenze tra i vari ministeri) nei ritardi che accompagnano l’Italia nel recepimento delle Direttive Europee, e viceversa, il riconoscimento dell’importanza di tali politiche per lo sviluppo dell’economia italiana. Speriamo che approfittando di questo periodo di governo tecnico si possano superare efficacemente impasse che durano da anni.

Il quadro riassunto nell’articolo di cui al link qui sotto, appare abbastanza completo, e conferma una linea di supporto allo sviluppo verde dell’economia che, se confermata, dovrebbe gradualmente farci recuperare terreno rispetto ad altri Paesi Europei che hanno saputo integrare tali driver già da qualche anno nella politiche di sviluppo economico o addirittura nelle procedure stesse di funzionamento dell’Amministrazione Pubblica.

http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0438.html&lang=it

 

 


Sostenibilità degli edifici storici

MR Energy Systems, in quanto Socio Ordinario di GBC Italia, e in particolar modo avendo sede operativa a Venezia, è lieto di segnalare l’importante evento internazionale presentato da GBC Italia con la partecipazione di autorevoli organizzazioni internazionali come l’UNESCO e il World GBC e la straordinaria partecipazione di Rick Fedrizzi, presidente di U.S. GBC e chairman World GBC.

In questa occasione verrà presentato l’ambizioso progetto di stesura del protocollo Historic Building (per edifici storici), in cui l’Italia giocherà un ruolo da protagonista nel contesto internazionale. Il protocollo di valutazione della sostenibilità trova fondamento nel confronto e unione di due diverse culture: da un lato i criteri di sostenibilità del sistema LEED® e dall’altro il patrimonio di conoscenze del restauro storico e conservativo italiano. Uno standard innovativo, che mira a promuovere la cultura della conservazione sostenibile e favorire il dialogo tra i soggetti istituzionali e il mondo della progettazione.

La registrazione all’evento è gratuita ma obbligatoria, e vi sono posti limitati.

QUESTO IL LINK PER ISCRIVERSI

Intervengono:
Mario Zoccatelli, Presidente GBC Italia

Introduzione ai lavori
Alessandro Maggioni, Assessore ai lavori pubblici del Comune di Venezia
Saluto istituzionale

Paola Boarin, Coordinatrice Comitato Historic Buildings, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara
Le istanze culturali come parametro di sostenibilità: verso il protocollo Historical Buildings

Marcello Balzani, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara
Il contributo dell’università di Ferrara allo sviluppo del protocollo Historic Building di GBC Italia
Renata Codello, Soprintendente per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Venezia e Laguna.
Conservazione e innovazione nella tutela dei beni culturali, innovation in the heritage preservation.
Amerigo Restucci, Rettore Università IUAV di Venezia
La sostenibilità nel restauro del patrimonio architettonico
Cesare De Michelis, Presidente della Marsilio Editori
Tra tradizione e innovazione: Venezia e il Nordest Capitale europea della cultura.
Pietro Laureano, architetto urbanista e consulente UNESCO
Il restauro sostenibile con le conoscenze tradizionali e locali e il loro uso innovativo
Alberto Torsello, TA architettura
Tecnologie storiche e sostenibilità

Rick Fedrizzi, Presidente USGBC – Chairman of the World GBC


Il commissario europeo Günther Oettinger festeggia l’accordo politico sulla Energy Efficiency Directive

“E’ un grande passo avanti: per la prima volta da sempre abbiamo misure vincolanti sull’efficienza energetica”. L’Europa potrà ora raggiungere più facilmente l’obiettivo del 20% di riduzione dei consumi al 2020″, ha dichiarato il Commissario all’Energia Günther Oettinger.

“Queste misure faranno ridurre la bolletta energetica dei nostri Paesi, generando al contempo crescita e posti di lavoro. Sono infatti misure di stimolo per gli investimenti e renderanno più efficienti i prodotti che consumano energia.”

“Il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno avuto un ruolo importante e costruttivo nel trovare un compromesso. E’ un esempio dell’abilità dell’Europa di trovare soluzioni nonostante il periodo di crisi economica.”

Ieri sera (mercoledì 13 giugno 2012, n.d.r.) il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione EU hanno raggiunto un accordo politico sulla Energy Efficiency Directive. Il comitato dei rappresentanti permanenti ha dato l’ok, il Parlamento e il Consiglio devono dare ora la loro approvazione.

Per leggere il memo completo della Commissione, cliccare qui.